Aveva dimenticato com'era piacevole il brivido dell'azione, il correre senza essere limitati da angusti spazi, l'essere nuovamente senza limiti e barriere, il vento sul volto, l'aria circostante, la bellezza delle luci lontane, l'odore della città, il rumore della notte.
Aveva dimenticato che sapore aveva la libertà.
Si focalizzò verso il suo obiettivo successivo, il tetto a circa quattro metri di distanza, spiovente e inclinato con della neve dei giorni precedenti, accumulatasi sopra. I muscoli delle sue gambe erano carichi e pronti, sentiva il sangue pulsare, il suo corpo in piena attività, i nervi energici. Era un salto davvero impegnativo da quella distanza e se avesse fallito, di certo non sarebbe sopravvissuta. Un lieve sorriso comparve sul suo volto.
Tremate nemici dei Venti di Zefiro! Mina è tornata!